È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del nuovo codice sugli appalti pubblici.

Le nuove norme saranno in vigore dal 1 aprile 2023, ma acquisteranno efficacia dl 1 luglio 2023.

Il nuovo Codice, al suo interno, presenta diverse novità che si prevede e si spera possano semplificare le procedure e migliorare l'efficienza nella gestione degli appalti, soprattutto attraverso la digitalizzazione e favorendo un cambiamento culturale nell’approccio tra pubbliche amministrazioni e privato.

In particolare, la digitalizzazione delle procedure punta a ridurre i tempi necessari per tutto l’iter di gestione degli appalti. Tuttavia, non è molto chiaro come saranno garantite la trasparenza e l'equità delle procedure d'appalto, soprattutto quando gli affidamenti sono inferiori alle soglie UE.

Fra i punti più discussi, infatti, vi è la liberalizzazione sotto soglia, la quale prevede che gli appalti fino a 5,3 milioni potranno essere affidati direttamente senza la necessità di una gara.

Anche se questa regola è stata presentata dal Governo Meloni come un modo per semplificare e accelerare la procedura per l'assegnazione degli appalti, il Presidente di ANAC ha espresso preoccupazioni riguardo alla mancanza di pubblicità e concorrenza nelle gare inferiori alle soglie UE; diventa pertanto importante intensificare e rendere più efficaci i controlli, questo è il compito dell’ANAC.

In generale, il nuovo Codice degli Appalti sembra però cercare di semplificare le procedure per l'assegnazione degli appalti per accelerare i tempi e ridurre i costi, è necessario tuttavia coinvolgere sempre di più gli attori del sistema dalla qualificazione degli O.E. sino al collaudo dell’opera, ovvero privato e pubblico di fronte ad una “grande sfida” per il futuro del Paese.

La speranza è che tale normativa sia duratura, così da venire incontro agli operatori e alle stazioni appaltanti che da troppo tempo vivono in una situazione di instabilità.

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fonte: Sole24Ore